Calzolari

Nel 1951 si svolge a Bolzano una fiera internazionale, alla quale partecipano molte industrie italiane costruttrici di macchine e attrezzi per l’agricoltura genericamente adatta ai lavori collinari e montani. Tra le macchine che fanno scalpore, c’è un trattore a dir poco rivoluzionario: è il Calzolari TC15 diesel, costruito dalle Officine idro-meccaniche-fonderia Calzolari, una piccola azienda di Castelnuovo Sotto, in provincia di Reggio Emilia, costituita dai quattro fratelli Franca, Willia, Vitaliano e Arnaldo.

Vitaliano e Arnaldo, rispettivamente 24 e 21 anni, sono i progettisti di questa macchina a 4 ruote motrici tutte sterzanti, in grado di svoltare in 2,2 metri tra i muri. In curva le tracce delle ruote si sovrappongono diminuendo la superficie calpestata. Il carro è a struttura portante e i due ponti sono oscillanti rispetto al motore – cambio; hanno il blocco del differenziale e il blocco delle ruote sterzanti posteriori in modo da renderlo eventualmente un trattore tradizionale.

Inoltre è possibile anche disinnestare la trazione sulle ruote anteriori. Due barre di compensazione consentono l’autoraddrizzamento del blocco motore – cambio. Un tale insieme di tecnologia viene mosso da un motore diesel due tempi costruito dalla tedesca Stihl da 14 – 15 cavalli. La macchina è valida ma la potenza è non è sufficiente, almeno per un l’uso generalizzato al quale tendono i suoi progettisti. Questi, nel 1956, col modello TC 27R4, adottano un motore da 25 cavalli di origine Fiat, migliorandone complessivamente il rendimento. La cosa non passa inosservata a Torino che convince i Calzolari a cessare la produzione col proprio nome, continuando tuttavia a costruire per conto della casa torinese che trasferirà questa tecnologia nella famosa Montanina.

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