Carioche

La “Carioca” fu il mezzo agricolo che fece le veci del trattore quando il Paese era così povero e malandato che non poteva permettersi di costruire trattori veri e propri e non aveva oro per comprarli all’estero.

Ufficialmente si chiamarono “derivate” in quanto vennero messe insieme con materiali che all’origine non erano destinati all’agricoltura. In Veneto, in Lombardia e in Emilia Romagna, luoghi della loro maggiore diffusione, vennero chiamate popolarmente “Carioche” con l’esclusione del parmigiano dove ebbero il nome di “Trattorini” e del ferrarese dove furono chiamate “Titine”.

Carioca

“Carioca”

Tutto ebbe origine verso la metà degli anni Trenta con la guerra d’Etiopia e si concluse alcuni anni dopo la fine dalla Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni vennero chiamati alle armi milioni di agricoltori che lasciarono alle donne, ai vecchi e ai ragazzi il compito di la vorare la terra.

E non ce l’avrebbero fatta senza l’aiuto dei meccanici di paese i quali risposero con qualcosa che non poteva essere classificato “trattrice” secondo i canoni tradizionali, ma che era pur sempre un veicolo in grado di arare alla profondità sufficiente, di muovere trebbie e sgranatoi, di trainare rimorchi.

Veicoli costruiti con ciò che si poteva trovare sul mercato del desueto: vecchie automobili, camioncini, autocarri e tutto quanto aveva un motore e quattro ruote, venne sezionato, mescolato, cucito e se ne videro di tutti i colori.

Le statistiche dell’UMA – Utenti Macchine Agricole -, l’ente predisposto a distribuire il carburante a prezzo agevolato, certificarono che, al 31 dicembre dell’anno 1947, le Carioche, definite ufficialmente “Trattrici derivate”, erano 6959.

I costruttori ammontavano a circa 150 e le motorizzazioni appartenevano a oltre 19 marche tra le quali emergeva Fiat con 4537 unitè, Willys con 550, Ford con 422, poi via via sino all’Alfa Romeo con 14 motori.

370 motorizzazioni appartenevano a varie Case con meno di 13 esemplari ciascuna, per cui le Carioche ebbero motori di una cinquantina di marche per un numero imprecisato di tipi.

Storicamente le Carioche vissero tre distinti periodi: il primo, caratterizzato dalla scarsità di tutto, vide le realizzazioni più strane e fantasiose.

Il secondo fu caratterizzato da una base di partenza che prevedeva la trasformazione e l’adattamento di strutture esistenti come automobili, camioncini e mezzi militari con i relativi accessori. Infine il terzo stadio, quello più avanzato, che prevedeva la progettazione la costruzione di un apposita struttura in grado di incorporare alcune parti nobili e costose come cambi o differenziali prelevati, in generale, dal settore militare.

Per non perdere la memoria di un mezzo che fu tanto importante per la sopravvivenza e la rinascita del nostro Paese, il Gamae ha ha istituito un Comitato Carioche coordinato dallo storico William Dozza, e ha già organizzato un primo raduno che si è svolto con grande successo nel giugno del 2006.

Il Comitato Carioche continua nella raccolta del il materiale per dare vita ad un Registro delle Carioche dove questi mezzi possono trovare la loro identità e dignità storica.

Si invitano tutti i possessori di Carioche a contattare il Gamae per le informazioni del caso scrivendo alla sede, in via Provinciale sud, 2/b (0522.979.855) – 42011 Bagnolo in Piano (RE) o via e-mail: carioche@gamae.it

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