Carraro

La storia della Carraro S.p.A. di Campodarsego (Padova) – oggi a capo di un importante Gruppo multinazionale – racchiude nella sua evoluzione il paradigma classico di tante imprese venete: ovvero il passaggio, nel corso delle generazioni della famiglia imprenditoriale, dalla bottega artigiana ad una compiuta dimensione industriale. In questo caso rafforzata da uno straordinario percorso tecnologico e di internazionalizzazione.

Nata nel 1932 la piccola azienda artigianale contava 12 dipendenti e la sua produzione era costituita principalmente da seminatrici, piccoli aratri ed erpici destinati al mercato del Nord Italia.

Carraro Universal

Carraro Universal

Inizio produzione Anno 1951

L’affinamento industriale delle seminatrici, avvenuto negli anni Cinquanta con la loro motorizzazione, portò quasi naturalmente la Carraro, sotto la spinta imprenditoriale di Oscar Carraro, a sviluppare il primo trattore (modello C 33), presentato alla Fiera di Verona nel 1958.

Pur intrapresa relativamente tardi rispetto al primo boom trattoristico italiano, questa nuova produzione – corrente con il marchio dei ‘Tre Cavallini’ – consentì all’azienda di Campodarsego di uscire da un ambito prettamente localistico di vendita, ricavandone alcuni piccoli ma significativi segmenti di mercato nazionale.

Le scelte gestionali che il salto produttivo indusse e l’emergere all’interno della famiglia proprietaria di due divergenti filosofie imprenditoriali, portarono nel 1960 alla rottura dell’unità aziendale e alla costituzione di due società: le “Officine Meccaniche Giovanni Carraro di Oscar e Mario Carraro e Fratelli S.a.s”., poi “Carraro SpA” e la “Antonio Carraro di Giovanni”, poi “Antonio Carraro SpA”.

La Carraro SpA, avviate alcune diversificazioni in direzione dei trattori cingolati e delle macchine movimento terra, ed acquisite – in un riuscito esempio di integrazione produttiva –le Fonderie del Montello S.p.A. di Montebelluna (1970), primo snodo dell’evoluzione della Carraro ed anzi di quella che potremmo definire la sua ‘mutazione genetica’, passò attraverso le due crisi che al volgere degli Settanta e nei primi anni Ottanta investirono il settore.

La Carraro vi fece fronte con un impegno nella produzione di componentistica qualificata che a partire dalla produzione di assali per macchine a quattro ruote motrici, affinata nella prima metà degli anni Settanta in un proficuo rapporto di collaborazione con la Renault, finì per maturare radicalmente il business dell’impresa.

Finchè, nel 1984, la ormai limitata produzione di macchine agricole fu trasferita ad una consociata rodigina (Agritalia S.p.A., divenuta ora Carraro Spa, Divisione Agritalia).

Il successo della Carraro, che ormai controlla una serie di imprese localizzate in Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Abruzzo e all’estero specializzate ciascuna in singole famiglie di componenti, non è tuttavia dovuto al solo mutamento del prodotto ma ai salti tecnico organizzativi che l’obiettivo di affermarsi quale produttore di beni ad alto contenuto qualitativo e tecnologico ha implicato.

Le caratteristiche innovative dell’impresa (alta tecnologia del prodotto, rilevanza strategica derivante dai 58 brevetti internazionali detenuti; leadership tecnologica, produttività e flessibilità ottenute soprattutto nelle lavorazioni meccaniche delle parti in ghisa e nell’assemblaggio finale), e la conseguente necessità di capitali ‘freschi’, hanno portato nel 1995 ad un allargamento della compagine proprietaria.

Gli anni ‘90 segnano l’avvio del processo di internazionalizzazione del Gruppo, che si realizza con l’acquisizione di insediamenti produttivi in India, Polonia, Argentina, Cina, Stati Uniti e Germania.

Il piano di crescita internazionale è affidato anche alla nuova riorganizzazione per unità di business (Drivelines, Vehicles, Components, Parts, Power Controls) ciascuna dedicata ad un particolare settore di mercato.

Carraro è oggi il maggior produttore mondiale di assali differenziali sterzanti e rigidi per macchine agricole, movimento terra, veicoli commerciali leggeri, automobili, macchine movimentazione materiali e applicazioni stazionarie (quali scale mobili).

Il Gruppo, con oltre 2500 addetti, di cui 1360 in Italia, a fine 2005 ha registrato un fatturato consolidato di 617 milioni di euro, di cui l’86% destinato all’esportazione.

Il peso dell’export, e il contributo portato dalle partecipate estere, hanno rapidamente internazionalizzato l’impresa rendendola – ben oltre il fatturato – una delle protagoniste della modernizzazione dell’apparato produttivo regionale. Carraro si propone come fornitore sempre più di ‘sistemi’ piuttosto che di soli componenti, in una relazione effettiva di partnership, con un impegno costante di elevare il livello tecnico dei prodotti, garantire condizioni di competitività, disporre, a ogni grado di funzione, di servizi di avanguardia anche attraverso la dotazione di strumenti sofisticati di gestione.

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