John Deere
John Deere nacque nel 1804 nel Vermont, un piccolo stato a nord degli Stati Uniti, da una famiglia di agricoltori di origine inglese. A 17 anni andò a fare l’apprendista fabbro e inseguito aprì una propria officina dove cominciò a costruire delle forche e dei badili che divennero noti nel circondario per la loro accurata finitura.
Nel 1836 decise di trasferirsi verso i più ricchi mercati dell’ovest e si fermò a Grand Detour, dove iniziò a costruire aratri con una caratteristica esclusiva: il versoio era costruito in acciaio “legato” ed era finito “a specchio”, in modo da scaricare senza trattenerla, anche la terra argillosa come quella dell’Illinois. Una decina di anni dopo, nel 1848, traslocava a Moline sulle rive del Mississippi, dove il fiume offriva la via indispensabile per lo sviluppo del lavoro. Qui John Deere impostò una fabbrica capace di costruire alcune migliaia di aratri l’anno in sette modelli diversi. Il prodotto venne accolto favorevolmente dal mercato con una richiesta in costante crescita al punto che, nel 1968, quando venne costituita la Deere & Company, furono venduti 41 mila aratri.
John Deere D – Inizio produzione Anno 1924
Intanto, John e il figlio Charles cominciarono a guardarsi attorno per ampliare la gamma di attrezzi da offrire agli agricoltori. All’inizio furono macchine per la fienagione, poi le seminatrici, le falciatrici per mais, i carri e, nel 1918 la Compagnia acquistò la Waterloo Gasoline Tractor, costruttrice di un trattore obsoleto di linea a fronte del Fordson e del Wallys, ma con un’affidabilità oltre ogni dubbio. La Waterloo era stata fondata da John Froelich, l’uomo che, nel 1892 costruì il primo trattore della storia col quale trebbiò ininterrottamente per 50 giorni nello stato dello Iowa. La Waterloo progettò diversi modelli prima di arrivare al bicilindrico orizzontale che destò l’interesse della Deere, e del quale ne vennero costruiti, dal 1914 al 1917, bel 8 mila esemplari in dodici versioni.
I trattori Waterloo Boy entrarono nel catalogo Deere senza mai portarne il nome. Ne porteranno invece il nome i derivati da questo modello che gli ingegneri della Casa si misero subito a modificare per renderlo più moderno. Restò il motore bicilindrico, ma con la testa rivolta in avanti e non più verso l’operatore; vennero ripartite le masse in modo da ottenere una distribuzione di pesi più equilibrati, il radiatore fu posto fronte marcia e gli fu dato un cofano a copertura del serbatoio del combustibile. Questo veicolo, che prese il nome di John Deere modello D, restò in vita sino dal 1924 al 1953 per circa 160 mila esemplari. Fu la volta poi di molti tipi, tutti rigorosamente bicilindrici, ma con diverse cilindrate e potenze, tra i quali i più importanti numericamente furono il tipo A ( dal1934 al 1952 per 280 mila unità), il tipo B (dal1935 al 1952, per 300 mila esemplari), i tipi AO – AR (dal 1936 al 1953 per 280 mila esemplari).
Verso la fine del 1956, John Deere annunciò d’aver acquisito la maggioranza delle azioni del complesso Lanz i cui trattori, a partire dall’estate del 1958 presero il colore verde con ruote gialle, mentre lo scudo anteriore venne sostituito dal cervo che salta. Dopo poco tempo John Deere abbandonò lo storico motore bicilindrico per passare al quattro e oltre.
Oggi la Casa americana viene considerata la più grande impresa di macchine agricole del mondo, assieme alla CNH.
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