Lanz
La Heinrich Lanz di Mannheim, vicino a Francoforte sul Reno, nasce come costruttore di trattori nel 1912, in continuazione dell’impresa familiare sorta a metà dell’800 costruttrice di carri agricoli, trebbie, macchine a vapore e quantaltro. Il primo trattore nasce per realizzare una speciale fresa dell’ingegnere ungherese Koszegi. Nel 1923 realizza un trattore a 4 ruote motrici che sarà il capostipite dei testacalda della Casa. Più che invenzione è un atto di coraggio dato che da una decina di anni già lavorano trattori con questo tipo di propulsore.
Sia come sia, la casa tedesca imbocca questa strada e la segue imperterrita per 30 anni cercando di perfezionare qualcosa che perfezionabile più di tanto non è. Avviamento immediato a benzina, scavalcando il rito del riscaldamento della testata e utilizzo del motorino elettrico, non sono sufficienti a contenere la concorrenza del motore diesel veloce che ha subito una rapida evoluzione negli anni ’40. La Lanz prima risponde perfezionando al massimo il carro, rendendolo snello e maneggevole oltre che robusto e indistruttibile, poi, giusto nel 1952 cambia ciclo al motore: abbandona il testa calda per passare al “semi diesel”. Si tratta di un sistema già sperimentato tra le due guerre e consistente nella iniezione diretta sul cielo del pistone utilizzando a freddo la benzina e una candela a scintilla, una volta scaldata la camera di scoppio, passare alla alimentazione a gasolio.
I vantaggi stanno nella rapidità della messa in moto del mezzo ma soprattutto nel consumo che scende considerevolmente dai 240-250 grammi per cavallo/ora del testacalda e dai 400 dei motori a petrolio, sino a 175-185 grammi che rappresentano quasi il consumo dei motori pluricilindrici impiegati in agricoltura oggigiorno.
La linea è filante e moderna con cofano stretto; la meccanica è completamente chiusa; i parafanghi sono squadrati con un posto-passeggero su quello destro; la guida è spostata a sinistra e il sedile presenta un molleggio a trapezio con molla elicoidale e ammortizzatore idraulico.
Questa serie di macchine e quella che seguirà subito dopo come “diesel puro”, non basteranno tuttavia ad evitare che negli anni Sessanta la John Deere ne acquisti la proprietà, chiudendo lo storico marchio.
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