Renault

Pochi furono i costruttori d’automobili che, con successo, realizzarono anche trattori agricoli: Ford nel 1917, Fiat nel 1918, Renault e Austin nel 1919, lord Nuffield nel 1948. Solo la Fiat è riuscita a restare nel business e Renault è stato l’ultimo ad abbandonare la partita nel 2002.

Per Renault, tutto ebbe inizio con la fine della prima guerra mondiale, quando vennero fermate le catene di montaggio di un piccolo carro armato leggero. Per riattivarle venne deciso di assemblarvi un trattore cingolato che sfruttasse l’esperienza acquisita. Louis Renault, oltre che industriale, era anche un attento e appassionato amministratore dell’immensa proprietà di Herqueville, ad un centinaio di chilometri da Parigi verso Rouen, costituita de millesettecento ettari frazionati in sette fattorie, e sentiva sulla sua pelle la carenza di manodopera e di animali da lavoro.

Il primo trattore fu un cingolato che venne commercializzato nel 1919, seguito dopo un paio d’anni da un modello a ruote entrambi grevi e non particolarmente tagliati per la struttura dei campi francesi. Fu nel 1926 che apparve il modello PE, una macchina storica che per dieci anni fu la macchina più venduta in Francia e che dette all’azienda una dimensione nazionale.

Alla fine del secondo conflitto mondiale, la Renault venne nazionalizzata e il settore trattori venne sviluppato in modo molto consistente. Dapprincipio furono piccole potenze intorno ai 18-20 cavalli con motori a benzina, per passare al diesel, prima Perkins, poi MWM con potenze intorno ai 30-35 cavalli. Fu nel 1958 che Renault decise di dieselizzare anche la gamma bassa, montando un MWM bicilindrico raffreddato ad aria da 16 cavalli che battezzò D16 con non molta fantasia, ma che venne gradito dalla clientela al punto da portarne la potenza a 20 cavalli, che presentò al pubblico nel 1960 con la sigla N73, e che propose anche sul mercato internazionale. Renault acquistò la fabbrica e i brevetti della Porsche Diesel che utilizzò per un certo tempo ma di fronte a consistenti investimenti per lo sviluppo, decise di abbandonare il settore agricolo cedendo nel 2008 tutte le proprie attività agricole alla tedesca Class.

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