Schluter
Anton Schluter, figlio di un agricoltore del Sauerland, una regione della Baviera, compie il suo apprendistato da meccanico e si trasferisce a vent’anni nella cittadina di Freising, una trentina di chilometri a nord di Monaco. Qui lavora da meccanico e apprende le tecniche della progettazione. I primi motori che portano il nome Schluter sono piccoli testa calda da 2 cavalli per impieghi rurali, poi diesel industriali sempre più potenti sino a raggiungere I 300 cavalli. Nel 1937 costruisce il suo primo trattore corredato da motore diesel monocilindrico di 1780 Cv da 15 cavalli, segue un modello bicilindrico da 25 cavalli e un 4 cilindri da 50.
La guerra distrugge tutto e Anton, che ha 79 anni, si ritrova a ricominciare da capo a partire dai trattori: ancora con un monocilindrico da 15-17 cavalli poi con un 28 e con un 50 cavalli e tutti di nuova progettazione. Nel 1949, a 82 anni, Anton muore e viene sostituito dal figlio sessantenne Anton Secondo, il quale riuscirà a riorganizzare la produzione accorpandola nel solo stabilimento – madre di Freising e ad impostare quel cambiamento che non riuscirà a vedere ma che affida ad un altro Anton della famiglia, suo figlio.
Anton Schluter Terzo assume il comando della fabbrica nel dicembre del 1957. Ha 42 anni e le idee chiare di ciò che deve fare un’azienda che non pretende di fare dei numeri ma della grande qualità con tanta innovazione. Nel 1964 compie il balzo nella classe dei 100 cavalli e due anni dopo costruisce la prima cabina di sicurezza integrata. I trattori Schluter fanno notizia: le serie Compact e Profi-Trac con potenze che raggiungono i 320 cavalli. Nel 1978 viene presentato un acuto che resterà unico: il più potente trattore d’Europa, un mostro da 500 cavalli corredato di motore d’origine Man, opportunamente trattato in casa Schluter, di oltre 22 litri di cilindrata.
Nel 1981 nasce la nuova serie dei Super Trac da 130 a 200 cavalli e dei Super da 240 e 300 cavalli; è poi la volta dei Compact, del cambio di velocità a comando elettronico e altre importante innovazioni. Ma l’ultimo Anton della dinastia è molto stanco: non ha figli, un fratello è morto in guerra, l’altro diventa prete cattolico, mentre la sorella si è dedicata all’insegnamento. Nessuno della famiglia intende occuparsi della fabbrica che lui non si sente più in grado di gestire. Ha superato i 72 anni quando lascia la fabbrica al Land della Baviera. Il compenso che riceve lo distribuisce ai dipendenti della sua ditta che vanno in pensione come lui, ma con problemi diversi.
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